numero 2 - Dicembre 1998

Edito a cura dell'Istituto di Cultura Timavese, con il contributo del Circolo Culturale "G. Unfer" di Timau - Tischlbong e del Comune di Paluzza (UD)


Sommario:
• Timau: Quale futuro?
• Dar vaicht
• Originari e nuovi vicini nella villa di Timau
• Dar schtool
• Baratarpuach va Tischlbong
• Dar choarb
• Dar turn va Palucc
• Da chneidl
• Da schuachn van bint
• Lait, schtala, viich

Il secondo Quaderno di cultura timavese inizia con uno studio del prof. Ernst Steinicke docente dell’Istituto di geografia dell’Università di Innsbruck. Partendo da un profilo generale delle isole linguistiche di parlata tedesca nelle Alpi orientali, il contributo del prof. Steinicke continua descrivendo brevemente le origini di Timau e si sviluppa analizzando il decremento demografico nella montagna friulana, il declino dell’agricoltura, l’emigrazione, l’influenza dei matrimoni nella conservazione della parlata locale, terminando con alcune considerazioni sui problemi di salvaguardia delle lingue minoritarie.
"Dar vaicht", ovvero l’abete, è l’albero studiato da Laura Plozner, Mauro Unfer e Elio Di Vora per "da pama van unsarn baldar". Questa pianta, così abbondante nel nostro territorio, veniva utilizzata in tutte le sue parti, dal legname alla corteccia, dagli strobili alla pece. Ne vengono illustrati i vari usi e descritti i fiori, le pigne, le foglie... Un contributo importante per conoscere meglio la flora dei nostri boschi.
Manuela Quaglia presenta in questo quaderno "Originari e nuovi vicini nella villa di Timau", un interessante studio sul sistema vigente per l’ingresso di nuovi membri nella comunità timavese. Attraverso l’analisi di numerosi documenti datati tra il 1570 e il 1802 vengono ricordati diversi casi di aggregazione tra cui la "storia infinita" di Stefano Muser. Arricchiscono questo contributo brevi analisi delle origini di alcuni cognomi timavesi. In conclusione, Manuela Quaglia chiede ai timavesi di rendersi disponibili a fornire informazioni ed eventuali documenti che possano completare le ricerche.
A metà quaderno troverete l’inserto con la lettera "B" del vocabolario "Bartarpuach va Tischlbong". Questo lavoro, frutto di una raccolta alla quale da anni si stanno dedicando Peppino Matiz e Mauro Unfer, è la prima stesura del dizionario Italiano - Timavese - Timavese - Italiano e rappresenta il punto di partenza per quello che sarà il vocabolario definitivo. Pertanto, chi desidera collaborare alla redazione del "Bartarpuach va Tischlbong" apporti le correzioni, le aggiunte ed i tagli che riterrà opportuni e consegni l’inserto staccabile agli autori.
Una dettagliata spiegazione sui metodi di costruzione delle stalle ci viene presentata da Dino Matiz, che, con la solita competenza, illustra questo lavoro con disegni ricchi di particolari. In "dar schtool" vengono descritti anche i vari locali di questo fabbricato e gli attrezzi generalmente in esso custoditi. La maggior parte delle stalle e stavoli in questi ultimi anni sono stati trasformati in abitazioni e autorimesse, mentre fuori dal centro abitato invece in gran numero cadono diroccati.
Le attività manuali che caratterizzavano stagionalmente la vita dei nostri antenati vanno gradatamente scomparendo. Gerle, ceste e canestri di vario tipo, che un tempo venivano intrecciati in ogni casa, oggi vengono realizzati solo da tre timavesi. Peppino Matiz con "dar choarb" ci guida, fase dopo fase, alla costruzione di questi antichi contenitori, dalla scelta del legname più adatto, alla realizzazione delle varie parti fino all’ottenimento del prodotto finito.
Segue un racconto popolare carnico raccolto alla fine del 1800 da Luigi Gortani. Laura Plozner ha liberamente tradotto in timavese questa leggenda adattandola, in certi personaggi e situazioni, alla realtà dell’alta valle del Bût, mantenendo inalterate la spontaneità e la vivacità trascritte dal Gortani.
"Da chneidl", appettitoso piatto tradizionale della cucina timavese, specialmente nel periodo invernale, ci vengono presentati da Ketty Silverio. Le prime notizie, gli ingredienti, la preparazione dei nostri chneidl, le numerose varianti di quelli carinziani vengono illustrate in maniera da poter essere degustati nelle diverse varietà, da quelli tradizionali ai chneidl con la frutta.
Laura van Ganz racconta una breve storia sentita da bambina nelle lunghe "file" che caratterizzavano una volta le serate senza televisione.
Questo quaderno si chiude con un contributo del sottoscritto, che illustra brevemente, attraverso i documenti, la storia delle case e stalle di Timau. Basandosi sul "Progetto di trasferimento del villaggio di Timau di Sopra e difesa di Timau di Sotto", redatto in più riprese nella prima metà del 1800, vengono ricostruiti i nuclei famigliari della borgata Pauarn e collocati sulla mappa del 1840. Continua con varie tabelle con le cifre riguardanti il numero degli abitanti e animali dal 1602 ad oggi . L’articolo si conclude con un analisi delle persone che oggi hanno ancora la passione, il coraggio e la forza di allevare animali a Timau.

Timau - Tischlbong, 20 dicembre 1998 Mauro Unfer

 
 
 
 
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