Zabai Marta

La comunità trilingue di Timau in Carnia: osservazioni socio - linguistiche
Udine, a.a. 1981-1982.


Mentre la dottoressa Geyer (cfr. Die deutsche Mundart von Tischelwang in Karnien (Oberitalien), 1972) considera marginalmente le implicazioni sociolinguistiche in comunità in cui più codici entrano in contatto, Marta Zabai le prese come punto di partenza per un’analisi puntigliosa che ha portato l’autrice ad un più stretto contatto con gli abitanti allo scopo di stabilire statisticamente l’incidenza delle tre lingue nei rapporti tra i parlanti. Questi sono i risultati della ricerca, condotta da Marta Zabai nel 1982. Fermo restando che l’italiano rimane la lingua ufficiale della scuola, dei mass media, della chiesa ed è l’unica tra le varietà linguistiche ad essere utilizzata a livello scritto da tutti i timavesi, diventa rilevante l’opposizione funzionale tra il friulano, che non si discosta eccessivamente dalla varietà carnica utilizzata nelle località limitrofe, e il timavese. Il friulano viene normalmente adottato quando l’interlocutore è friulanofono e questa particolarità può indurre al passaggio dal timavese al friulano quando nella conversazione tra nativi interviene un friulanofono. Inoltre è utilizzato come lingua veicolare all’interno della cerchia familiare, quando la madre –raramente il padre- è friulanofono, e nella borgata del Scholeit, maggiormente esposta all’influsso dell’ambiente romanzo. Il timavese viene privilegiato dalle donne e, in generale, dagli abitanti di età superiore ai 25 anni, mentre quasi tutti i giovani conoscono il friulano e naturalmente l’italiano. Quest’ultimo inoltre è l’unico codice utilizzato dai bambini di età superiore ai tre anni, che frequentano la scuola materna, sebbene siano esposti alla ricezione passiva delle due lingue minoritarie. Sono gli stessi genitori a preferire questo codice per facilitare l’accesso dei figli alla scuola elementare.
L’autrice osserva che il più delle volte l’opposizione tra friulano e timavese sfuma in un’alternanza tra registri quando la conversazione si svolge tra nativi, che comunicano correntemente in timavese, in cui si senta però il bisogno di usare esclamazioni oppure espressioni friulane, come ad esempio nel gioco delle carte, poiché la parlata locale non dispone di tale terminologia.
La tesi si rivela inoltre interessante per le ricerche d’archivio, intraprese dall’autrice, nel tentativo di ricostruire il contesto storico in cui è sorto Timau.
 
 
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