Pubblicato il libro di Giulio Del Bon Paluzza e la sua Chiesa vol. II



Paluzza e la sua Chiesa dall'inizio del '600 alla caduta di Napoleone.

Dopo la pubblicazione del primo volume, avvenuta nel 2002 (vedi sotto), Giulio Del Bon, paluzzano autodidatta, ha dato alle stampe (tramite la tipografia Cortolezzis di Paluzza) l'auspicato SECONDO VOLUME di questa affascinante storia locale, avendo stavolta come editore la Parrocchia di S. Daniele di Paluzza.
Anche questo secondo volume si presenta tipograficamente sotto una veste assai pregevole e curata, che ricalca la tipologia del volume precedente, da cui si discosta solamente per la maggiore quantità di iconografia (purtroppo tutta in b/n) e di pagine (ben 282), oltre che di voci bibliografiche.
L'opera richiede molte considerazioni che cercherò di esporre qui di seguito:

1. Il titolo dell'opera a me pare francamente un pò riduttivo perchè in effetti anche questo secondo volume, ancorchè trattare solamente la storia di Paluzza, svolge in effetti la storia della intera ANTICA PARROCCHIA DI S. DANIELE che un tempo comprendeva tutti i seguenti paesi: Timau, Cleulis, Casteons, Naunina, Paluzza, Rivo, Treppo, Zenodis, Siaio, Tausia, Murzalis e Ligosullo. Questi paesi attualmente sono suddivisi in ben 3 comuni (Paluzza, Treppo, Ligosullo) e in 6 parrocchie (seppure servite oggi da soli due preti). Direi quindi che questo titolo (purtroppo) non rende un buon servizio al contenuto di questa opera che a mio parere è più vasta e profonda di quanto non lasci intendere il titolo. E', a ben vedere, anche la storia della CARNIA che scorre sempre sullo sfondo.

2. Il periodo preso in esame (i secoli XVII e XVIII) è assai complesso sia dal punto di vista civile-politico che religioso e Giulio Del Bon ha saputo padroneggiare assai bene e maneggiare con estrema cura tutto questo materiale storico che a tratti appare ostico, a tratti difficoltoso, a volte poco chiaro, a volte imbarazzante per... il buon cattolico. Ebbene l'autore non ha concesso nulla all'apologetica nè alla retorica nè tantomeno alla facile difesa d'ufficio: ha sempre saputo descrivere, attraverso la documentazione ricercata ed esibita, le situazioni reali senza nulla aggiungere e nulla togliere; quando non vi è sufficiente documentazione, lo scrive e non abbellisce oltre nè fantastica.

3. I grandi temi di questo libro sono i seguenti: la STORIA, i PERSONAGGI, l'ARTE, i DOCUMENTI, che riprendono così e ripropongono l'impianto strutturale del primo volume. Tuttavia, vuoi per la maggiore quantità di documenti rinvenuti e raccolti, vuoi per la maggiore esperienza dell'autore, ogni capitolo è assai più completo e ricco di materiale, che appare sempre ottimamente schedato e valorizzato.
4. L'apparato bibliografico (come già scrissi nelle recensione del primo volume) è imponente: Giulio Del Bon, essendo un ostinato ricercatore e scafato annusatore di archivi, sa perfettamente il valore ed il peso di ogni voce bibliografica; per questo motivo non ne trascura una, nè tralascia quelle che potrebbero sembrare superflue o inutili. Questa bibliografia costituisce così un singolare "navigatore bibliotecario" per chi si appresta a percorrere strade storiografiche poco battute, ma è anche un validissimo aiuto per chi legge ed anche (soprattutto) un autorevolissimo certificato di garanzia della serietà di questo grosso lavoro.
5. Le curiosità raccolte in questo libro sono innumerevoli e tutte documentate. Una in particolare mi ha colpito e si trova a pag. 123-124, laddove si elencano i menù che il Patriarca di Aquileia, Delfino, esigeva come "mensa frugale" per sè ed il suo seguito (21 persone e 15 cavalli) durante le sue visite pastorali nei miseri paesi di Carnia; la "frugalità" di queste cibarie era davvero... impressionante, al punto che lo stesso Del Bon conclude: "...non ci è dato sapere quante persone del luogo, tra secerdoti e amministratori della chiesa, potevano partecipare a pranzo e cena assieme alla corte patriarcale e quindi non sappiamo se questa mensa frugale, dati i tempi, fosse poi tanto parsimoniosa". Altre curiosità riguardano le diatribe tra Parrocchia matrice e comuni limitrofi, oppure le beghe tra preti... Quello che comunque colpisce in queste pagine è l' estrema semplicità di linguaggio dell'autore che riesce a farci entrare in questo mondo antico e a farci rivivere situazioni e quotidianità in maniera del tutto nuove. Riusciamo così a renderci conto che la giustizia, seppure a volte implacabile, era anche allora lenta (certo non come oggi); che i matrimoni erano (non come oggi) un atto socialmente importante e determinante nella vita del paese; che il lavoro era duro (assai più di oggi) e che l'emigrazione era una necessità ineludibile; che la malvagità esisteva allora come ora...
6. Tra le cose importanti del libro, ritengo utile segnalare le seguenti: le pagine dedicate ai NOTAI locali (corredate dai tabellionati di ciascuno), alle VISITE PASTORALI dei vari vescovi (suffragate dalla documentazione esistente, spesso in riproduzione iconografica), ai BENEFATTORI (coi i vari tipi di lascito o legato), alle OPERE D'ARTE (di vari foggia e natura). Ma vi sono tantissime altre cose che preferisco lasciar scoprire e gustare al lettore...
Volendo concludere queste brevi note, desidero nuovamente ribadire la validità documentale storica e letteraria di quest'opera che ha il solo limite (dovuto ai costi di stampa) di una iconografia in b/n. L'autore Giulio Del Bon non ha certamente bisogno di elogi o di osservazioni: è ormai "storicamente" maturo per affrontare anche il difficile e insidioso TERZO VOLUME (secoli XIX e XX) che andrà a toccare fatti e avvenimenti a noi sempre più vicini e quindi potenzialmente suscitatori di reazioni personali e critiche metodologiche. L'onestà intellettuale e morale di Del Bon sarà certamente messa a dura prova dal prossimo volume ma non verrà certamente scalfita da considerazioni di parte o da pregiudizi ideologici. Auguriamo a Giulio di proseguire il suo lavoro con la stessa intensità e determinazione con cui ha lavorato sui primi due volumi.
febbraio 2008

VOLUME PRIMO - ottobre 2002
(dalle origini alla fine del '500)
Ecco un nuovo lavoro letterario, il primo di Giulio Del Bon, che presenta la storia della chiesa di Paluzza dalle origini fino al ‘500.
Si tratta di un opera ponderosa nella sua mole (ben 246 pagine), ma puntigliosa e precisa nella trattazione dei quattro grandi argomenti che vi sono svolti: la storia, i personaggi da ricordare, l’arte nelle chiese, i documenti.
Quattro grossi temi che vengono affrontati e sviscerati in ogni parte, portando alla luce episodi e fatti ignoti o arricchendo di particolari inediti eventi già noti.
Eventi che non riguardano ovviamente solo Paluzza, ma un po’ tutta la valle del But e la Carnia intera.
La certosina pazienza con cui Giulio Del Bon (di Meste) descrive questa storia, deriva dalla sua diuturna e decennale consuetudine nei vari archivi visitati e rivisitati in tanti anni di peregrinazioni e di viaggi: si va dall’archivio parrocchiale di Paluzza all’archivio di Stato di Udine, dall’archivio arcivescovile di Udine a quello di Stato di Venezia, fino a quello di Cividale.
In queste miniere della storia passata, Giulio ha trascorso giornate intere alla ricerca di notizie, di riferimenti, di appunti, di testimonianze, di riscontri. Tutto solo, tutto a spese proprie, per anni.
Quel che ne è venuto fuori appare un’opera di indubbia rilevanza storica e storiografica che andrà sicuramente ad occupare un posto rilevante nelle biblioteche di storia patria oltre che nella libreria di coloro che amano e ricercano le proprie radici.
Il libro presenta una ricca iconografia e molteplici riproduzioni di documenti.
L’apparato bibliografico poi costituisce, per i cultori di storia, un vero libro nel libro: chi vorrà cimentarsi d’ora in poi con la storia locale non potrà infatti ignorare la vasta bibliografia che Giulio ha raccolto in tanti anni di ricerche appassionate e appassionanti.

Una ultima noticina assai importante: Giulio di Meste non ha compiuto studi universitari o accademici, non è docente in alcuna scuola, tuttavia il suo amore e la sua passione per la NOSTRA storia hanno ampiamente sopperito a questo status che a taluni potrebbe parere un gap.
Giulio, autodidatta, ha dato una lezione magistrale a noi tutti ed ha dimostrato che la volontà e l’impegno assidui possono compiere miracoli.
Il comune di Paluzza è l’editore di quest’opera, che va a collocarsi accanto ad altre opere uscite a Paluzza negli ultimi anni. La stampa è stata realizzata come sempre dalla tipografia Cortolezzis che sa efficacemente coniugare qualità e prezzo, per offrire prodotti eccellenti a costi contenuti.
Da parte sua Giulio del Bon sa perfettamente che a questo primo volume (che arriva fino al ‘500) dovranno seguirene almeno altri due, proprio per completare e offrire a tutti una visione globale e precisa della nostra storia. Infatti Giulio è già al lavoro per la stesura del II° volume che dovrà affrontare tutto il ‘600, un secolo di grandi accadimenti in Carnia ed il '700.
Il prezzo, diremmo politico, fissato in 10 euro, testimonia assai bene come il Comune di Paluzza intenda perseguire una operazione eminentemente culturale, rivolta a tutti gli strati sociali della comunità, e non compia affatto una operazione commerciale, che impedirebbe ai meno abbienti di acquistare questo prezioso e insostituibile libro di storia locale, qualora il prezzo fosse un altro.
Paluzza, gennaio 2003


Tratto da: http://www.cjargne.it