|
Una volta i nonni raccontavano ai bambini,
per far sì che questi non si avvicinassero al fiume, che lì
abitava il PUMARMANDL. Così incomincia la storia. I nonni ci
raccontano che un giorno, quando il fiume era in piena, un bambino
cadde dal corrimano del ponte e, siccome il piccolo non ne uscì
più vivo, la gente, trovandolo annegato, disse che la disgrazia
era successa a causa del Pumarmandl.I bisnonni raccomandavano
alle mamme di non avvicinarsi troppo allacqua, perchè
il Pumarmandl le trascinava dentro con lui. |
|
|
Ora le mamme raccomandano a noi di non andare vicino
al fiume soprattutto quando cè lacqua alta, perchè
il Pumarmandl sta sempre in agguato. Da quella volta ai
bambini viene proibito di avvicinarsi al fiume soprattutto quando
è in piena. |
Michael Craighero - Natascia Mentil -
Alice Olivieri |
Sara Plozner - Marika Pugnetti - Marica Puntel |
|
NOTE |
|
Nellacqua vivono anche las Aganes.
Ciò che si fa di notte, non è ben fatto; cera
un modo di dire: Seisctu come las Aganes ca van a lavâ
di not?. La tradizione si lega dunque allacqua .
Le Agane che lavavano le lenzuola nel Bût, sfidarono
un carnico: se fosse riuscito a portar via un carro con il carico
delle loro lenzuola, queste sarebbero state sue. Ebbene luomo
sconfisse le Agane, perchè un mago gli aveva rivelato la formula
magica per far partire il bue da traino: Mace di noglâr
- aracli di corgnâl, bachete di paugne, in nom di Diu, lâ
si scugne.
Le Agane vengono dunque più spesso messe in rapporto allelemento
acqueo, anfibie come liguana: risulta dunque evidente la natura
acquatica di questi esseri e il loro legame con la prosperità.
Altrettanto frequente è la presenza delle Agane nelle grotte
e nei sottoroccia (in particolare a Cercivento, la Buse cjalde
e la Buse freide ). Luogo delezione era la grotta dove
ci fosse una sorgente, dove si riunivano i culti acquatici, con i
connessi rapporti con la fecondità e il mondo sotteraneo.
Questi esseri vanno soggetti ad anbiguità; essi sono, infatti,
spiriti della natura e metafisici, insieme.
Le Agane sono tra le creature più inquietanti del nostro scenario
mitologico. I loro piedi possono essere come le estremità delle
sirene che, nelle fantastiche sculture romaniche, si presentano bicaudate. |
|
|
Una volta i nonos a contavin ai fruz, par fâ
in mut che chestc a no letin tant dongje dal flum parceche lì
al stava il Pumarmandl. Cussì a comenca la storia.
I nonos nus contin che una dì, cuant che il riu al era in plena,
un frut al è colât da spuinda dal puint e sicome il frut
nol è plui saltât fûr vîf, la int cjatant
il frut neât, à det che la disgracia a era suceduda a
causa dal Pumarmandl.
I vons a racomandavin as maris di no svizinasi massa a laga
parceche il Pumarmandl las tirava denti cun lui.
Cumò las maris nus racomandin di no lâ vizin al flum
soradut cuant che laga a è granda, parceche il Pumarmandl
al sta simpri di voli.
Da che volta ai fruz al ven proibît di svizinasi al flum soradut
cuant chal è in plena. |
Gloria
Puntel |
|
|
Amool da nenis hont darzeilt in chindar asa nitt
scholatn pan pooch gianan bal seem plaipt is Pumarmandl. Asoi heip
oon is liandl. Da nenis tuntuns darzeiln as an toog, mon da gisa is
cheman, a chint is van schteig aichn pfoln.
Da lait hont is chint ctoarm pacheman unt hont zok as schult van Pumarmandlan
baar.
Da urnenis hont voarzok in miatar niit zuachn zan gianan pan basar
bal is Pumarmandl hiaza mitt iin aichn gazouchn.
Hiazan da miatar tuantuns voarson nitt zuachn zan gianan pan pooch
nouch ergar men is bosar hoach iis bal is Pumarmandl iis olabaila
ibarlont.
Var seen mool auf in chindar honza varpoutn zan gianan zuachn pan
pooch nouch bianigar men da gisa iis. |
Natascia
Mentil |
< Torna
alla pagina delle leggende
|