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Cjalsons, in tavola le tradizioni della
montagna
(G.L.)
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Il
piatto nelloriginale versione del Carnia, quinto ristorante del
Buon ricordo in Friuli-Venezia Giulia
Una volta erano considerati il piatto della festa per eccellenza, oggi
sono semplicemente una ghiottoneria, un piatto per buongustai: sono i
"cjalsons" che pure in queste giornate pasquali non mancheranno
sulle tavole delle vallate carniche, dove rappresentano un indubbio momento
di storia e di tradizione. E i "cjalsons" saranno protagonisti
anche allHotel Carnia di Venzone che, proprio allinsegna di
questo manicaretto, è entrato a far parte dellUnione ristoranti
del Buon ricordo, il sodalizio sorto nel 1964 e che in tutto il Belpaese
riunisce 117 "santuari" del mangiare e del bere allitaliana.
Che nel Friuli-Venezia Giulia sono così saliti a cinque, in quanto
il locale di Livio Treppo si è aggiunto al Là di Moret di
Udine, al Da Toni di Gradiscutta, Al Cantinon di San Daniele e al Lido
di Muggia. Ai clienti viene donato appunto il piatto del Buon ricordo
prodotto dagli artigiani ceramisti di Vietri che al Carnia
è proprio abbinato ai "cjalsons": i suoi vivaci colori
raccontano la montagna friulana, quella che dà proprio i prodotti
base per confezionare i "cjalsons".
Sintonizzato con la consuetudine che vuole i "cjalsons" diversi
di valle in valle, se non addirittura di casa in casa proprio perchè
ognuno può metterci ciò che vuole, accostando il dolce al
salato in una "sinfonia" di sapori, aromi e profumi inimitabile
, Livio Treppo ha voluto spingersi ancora un po oltre, proponendo
una sua ricetta personale e abbinandola a quella tradizionale in uso a
Rivalpo, nel canale dIncarojo. I "cjalsons" del Carnia
sono infatti insolitamente verdi, in quanto contengono gli spinaci, ma
anche foglioline di menta e prezzemolo, accanto a ricotta affumicata di
malga, pinoli, uvetta, burro fuso (ont), cipolla, uova, pane grattugiato,
noce moscata, cannella in polvere, sale e pepe nero. Quelli di Rivalpo,
invece, privilegiano la parte "dolce" in quanto contengono fichi
secchi, uva sultanina, zucchero, cacao e carrube. E i risultati sono ovviamente
diversi, ma di grande interesse per il palato e anche per locchio.
Provare per credere. Tornando a casa col piatto del Buon ricordo.
www.messaggeroveneto.it
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