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Ambiente: più
potere ai Comuni
(Giuseppe Cordioli)
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Lemergenza idrica
e il dissesto idrogeologico della Carnia al centro dellincontro
con lesponente del governo. Il ministro Matteoli rilancia il ruolo
delle amministrazioni locali nella salvaguardia del territorio
Inquinamento, emergenza idrica e dissesto idrogeologico. Queste le principali
problematiche illustrate da alcuni sindaci della Carnia al ministro dellAmbiente,
Altero Mattioli, nel corso dellincontro svoltosi nella sala consiliare
del municipio di Tolmezzo.
Dopo una breve riunione nella sala giunta, nel corso della quale sono
stati presentati gli amministratori tolmezzini allesponente del
Governo, è stato il sindaco Sergio Cuzzi a ringraziare pubblicamente
Matteoli per limpegno e la tempestività dimostrata nella
soluzione del problema cartiera.
E stato poi il sindaco di Tarvisio e consigliere regionale, Franco
Baritussio, a sottolineare anche a nome dei colleghi presenti, alcune
delle problematiche ambientali che esistono in Carnia, facendo ampi riferimenti
alla improcrastinable sistemazione del sistema acquedottistico e di depurazione.
«La siccità ha messo a dura prova molti comuni. In altri
a distanza di molto tempo si vive ancora nellemergenza - ha detto
tra laltro Baritussio-. Ma il dissesto idrogeologico delle nostre
zone è la causa principale di calamità naturali, che poi
investono località più a valle. Mi riferisco allingrossamento
del Tagliamento e le varie alluvioni che si registrano in occasione di
piogge abbondanti. Un problema che non può essere sottovalutato.
Volevamo fare presente che oltre allemergenza, che è stata
affrontata benissimo in questo periodo, ce ne sono altre che meritano
unattenzione particolare e che non sono di minore importanza».
Gli ha fatto eco Sergio Tiepolo, primo cittadino di Paularo, che da 100
giorni è alle prese con lemergenza idrica. Prendendo la parola
il ministro Matteoli ha voluto ricordare le sue intenzioni per far fronte
alle varie problematiche ambientali illustrate, puntando proprio sulle
amministratori locali.
«Negli ultimi dieci anni - ha detto tra laltro il ministro
- lItalia ha speso circa 70 mila miliardi di lire in questo settore,
con risultati spesso deludenti. Noi invece vogliamo coinvolgere direttamente
i sindaci ai quali fin da adesso chiediamo maggiori controlli sui piani
regolatori. Bisognerà evitare di costruire nelle vicinanze o addirittura,
come è avvenuto in alcuni casi, negli alvei dei fiumi, o sui litorali
o in altre zone a rischio. Solo con questo aiuto da parte dei sindaci
potremo raggiungere lobiettivo di una maggiore tutela ambientale
e, quindi, di una maggiore salvaguardia idrogeologica del nostro territorio».
Matteoli ha assicurato il suo personale impegno, con unimmediata
verifica delle risorse ancora disponibili, per la soluzione di alcuni
problemi immediati e rilanciando il ruolo delle amministrazioni comunali
«le più dirette interessate alla salvaguardia del territorio».
Quanto alla legge Galli, Matteoli ha ribadito che «si tratta di
una buona legge, ma se su 89 ambiti di tutela delle acque se ne sono realizzati
solo due - ha concluso - significa che qualche cosa non è andato
in questi anni e che, quindi, servono correttivi. Magari anche aprendo
ai privati. Quella della siccità, se hanno ragione gli scienziati,
sarà una problematica che ci accompagnerà nei prossimi anni
e che richiede una cultura diversa nei consumi, cominciando dalle scuole
elementari...».
«Nessun ricatto occupazionale»
Burgo, il ministro replica alle accuse dopo la sua ordinanza
«Non è assolutamente vero che, sotto il ricatto occupazionale
ho emesso unordinanza che autorizza inquinare. Niente di più
falso».
E il ministro dellAmbiente, Altero Matteoli, al termine della
visita agli impianti produttivi della cartiera Burgo, a intervenire, con
decisione, per replicare a quanti lo avevano attaccato dopo lordinanza
che nominava il commissario ad acta e la ripresa dellattività
produttiva, dopo i sigilli agli impianti fatti mettere dalla magistratura.
«Questi sono problemi che non si risolvono dalla sera alla mattina,
serve del tempo e molto lavoro assieme - continua il ministro-. Certamente
abbiamo tenuto conto delle 450 persone che potevano perdere il posto di
lavoro, ai quali si aggiungono i 150 dellindotto. Ma di questo ne
abbiamo tenuto conto per dare tempo allimprenditore di adeguare
limpianto, secondo le normative».
Ecco le impressioni dellesponente di Governo dopo laccurata
visita alla cartiera.
«Spesso un ministro, quando prende un provvedimento è in
ufficio e non si rende conto di quanto va a incidere nella vita della
gente - ha detto Matteoli-. Io in questo pochi mesi che sono ritornato
a fare il ministro cerco di farlo anche in maniera itinerante, per andare
a vedere sul posto quale "guaio" ho commesso mettendo una firma.
Sono lieto di essere venuto a Tolmezzo perchè mi sono potuto rendere
conto, innanzitutto, della serietà dellazienda e come si
arriva dalla materia prima alla produzione della carta. Ho trovato nella
direzione della Burgo una grande apertura per intervenire nel senso dellordinanza,
quindi vado via soddisfatto di aver contribuito alla soluzione del problema,
ma anche di avere la consapevolezza che limprenditore si adeguerà
a quelle che sono le norme».
Quello dellinquinamento prodotto dal ciclo produttivo delle cartiere
non è un problema esclisivamente italiano, ma una problematica
a livello europeo.
«Questo tipo di cartiera, in Italia almeno, quella tolmezzina è
unica. Io conosco bene il problema delle cartiere in quanto vengo eletto
in Toscana, in particolare nella città di Lucca - ha aggiunto Matteoli-.
Credo sia il polo cartario più importante dEuropa. Però
tutto serve come progetto pilota. Lesperienza serve anche per intervenire
da altre parti, anche in settori diversi, ma la filosofia spesso non cambia.
Noi abbiamo unesigenza, è un po la scommessa che cerco
di portare avanti in questo mio mandato: il ministero dellAmbiente
è sempre stato visto come il "ministero dei divieti".
Era facile fare il ministro dicendo sempre che non si poteva fare niente,
poi magari alzava le mani e diceva, ho fatto la mia battaglia...quando
bisognava prendere delle decisioni in merito. Non so se ci riuscirò,
ma saranno poi i cittadini a giudicare, io vorrei che il mio ministero
fosse visto, da ora in avanti, come il ministero delle opportunità
e non più come quello dei divieti. Perchè sono convinto
che il ministero dellAmbiente, anche da un punto di vista imprenditoriale
può diventare una ricchezza. Bisogna cercare di conciliare la produzione
con la salvaguardia ambientale, partendo da un presupposto di base: se
qualcuno pensa che ci sia unazienda in grado di produrre con inquinamento
zero, sbaglia. Però per far produrre con il minimo impatto ambientale
è possibile. Se cè altrettanta apertura anche da parte
imprenditoriale credo che si possa arrivare a tale traguardo».
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