E’ emergenza acqua sulla montagna friulana.
(Oscar Puntel)

E questa volta manca per davvero. In crisi la natura, in crisi pure l’industria sciistica. La montagna ha dunque sete. In Carnia le temperature polari del mese di dicembre hanno bloccato in quota ruscelli, torrenti e ghiacciai. Gelando questi serbatoi naturali, l’acqua non è riuscita a scendere a valle. In numerosi paesi dell’arco alpino friulano, i sindaci hanno dovuto procedere all’emanazione di ordinanze straordinarie per impedire sprechi da parte della popolazione dell’elemento vitale per l’uomo. Ammende salatissime per i trasgressori. Un provvedimento che si è reso necessario, visto che "il trucco" per impedire la formazione di ghiaccio nelle tubature casalinghe, laddove manchi un impianto di riscaldamento, sembra essere anche quello di lasciar correre l’acqua giorno e notte. Meglio scoraggiare simili tentazioni, avranno pensato giustamente i primi cittadini.
La mancanza di acqua fomenta un altro problema. Con le basse temperature, la neve non scende. Una notizia che non ha certo rallegrato turisti e sportivi accorsi in Carnia per passare le vacanze di Natale. Una leggera flessione, ma nei limiti della tollerabilità, l’ha avuta anche il polo sciistico Ravascletto – Zoncolan. "Stiamo lavorando bene, sia come promotur che come ricettività alberghiera" spiega Imler Casanova, responsabile degli impianti della Valcalda. "Rispetto a quello che avevamo previsto in termini di flusso turistico, c’è stato un leggero calo, ma all’interno del "range" ipotizzato".
Anche nel polo carnico, l’offerta turistica ha richiesto la necessità di ricorrere alla neve programmata e nonostante la carenza d’acqua, che poi è l’ingrediente numero uno per produrla, essa s’è fatta ugualmente. Le precipitazioni nevose si sono dunque create con l’aiuto dei cannoni sparaneve, trasformando oltre 50.000 metri cubi d’acqua in cristalli. Tutta l’area dello Zoncolan è in funzione, ad eccezione della zona del monte Tamai. A Ravascletto c’è solo un piccola chiazza innevata. Addio precipitazioni nevose naturali, arriva l’artificiale. Tutte le piste aperte funzionano con neve al 100% programmata.
Pare una contraddizione, eppure è davvero così. In montagna manca l’acqua, ma sembra esserci per fare le piste di sci.
Il polo Ravascletto – Zoncolan può permettersi di funzionare grazie a riserve acquifere speciali. "Zoncolan spara neve grazie a degli acquedotti di proprietà, o in concessione, della promotur che si trovano in comune di Sutrio. Questi catturano l’acqua nei periodi estivi, quando ce n’è in abbondanza, per poi utilizzarla d’inverno. Attualmente in riserva ci sono 2000 metri cubi d’acqua" puntualizza Casanova. "Le piste di Ravascletto sono invece innevate utilizzando un serbatoio di quel paese, che si riempie grazie all’acqua in eccedenza presente nell’acquedotto comunale". Uno strano giro, per cui, quando c’è tanta acqua nei tubi del comune, questo surplus riempie il serbatoio della Promotur, e il consorzio può sparare artificialmente. Se invece l’acqua scarseggia, come in questi giorni sta accadendo, la cisterna della Promotur non si riempie e la fabbrica va in tilt. Niente neve programmata. "In effetti – dice Casanova – per quella pista che siamo riusciti ad aprire a Ravascletto abbiamo utilizzato quel poco che avevamo messo da parte: fra i 200 e i 300 metri cubi".
Situazione tranquilla in Valcanale. Qui, il problema è scarsamente rilevato, perché di acqua ce n’è. "Noi non abbiamo emergenze idriche. Sulle nostre montagne ha nevicato due volte, nei mesi passati, quindi abbiamo riserve in quota per i nostri fiumi" spiega Peter Gerdol, responsabile marketing della Promotur del tarvisiano.
Le piste di sci vengono innevate con neve artificiale, prendendo l’acqua direttamente dal fiume, dove c’è grande abbondanza. Solo a Sella Nevea la Promotur ha un bacino artificiale che riempie d’autunno, e non ha a che fare con l’acquedotto comunale.

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