Carnia senz’acqua, boschi in fiamme
(Gino Grillo)

A Paularo, grazie a un contributo della Regione, è stata utilizzata un’autobotte da 17 metri cubi per riempire le vasche

Imponzo e Cadunea rifornite grazie a una soluzione provvisoria. L’acqua deve essere bollita per gli usi alimentari

Il lungo periodo di siccità, sommato alle temperature polari attanagliano la montagna friulana, ripropone il problema dell’approvvigionamento idrico per la popolazione della Carnia. Migliora la situazione a Tolmezzo, dove le frazioni di Imponzo e di Cadunea solitamente erano le prime a rimanere a secco. Stranamente, viene fatto osservare, qui la situazione è peggiorata solo ultimamente, dopo che il periodo di secca aveva messo in ginocchio gli acquedotti di altri comuni. Le soluzioni intraprese dal Comune, che hanno fatto convogliare nell’acquedotto delle due frazioni l’acqua di un’altra fonte, dove ancora sgorga acqua in sufficienza, permette un buon rifornimento per le famiglie che comunque debbono bollire l’acqua per mezz’ora prima dell’uso per scopi alimentari.
Le autopompe continuano a riempire continuamente, invece, le vasche che riforniscono Salars di Ravascletto. L’ordine impartito dal sindaco di chiusura dell’acqua in determinati momenti, a causa del freddo eccezionale, potrebbe creare ulteriori problemi in quanto potrebbero rompersi le condutture a causa del ghiaccio. Le basse temperature notturne ( con punte di - 15/ -17 gradi) che perdurano da molto tempo, hanno gelato le fonti in profondità. In futuro la situazione dovrebbe migliorare, per il minor fabbisogno d’acqua che il paese dovrebbe avere, in quanto numerosi turisti rientreranno a casa dopo l’Epifania.
Mentre Salars si avvia alla normalità, alcune case di Ravascletto Alta, rischiano di restare a secco in quanto situate molto in alto rispetto alla fonte e alla fine delle condutture dell’acquedotto, che, come accennato, rischia di ghiacciare. Risolta l’emergenza a Paularo, dove permane però al momento la sospensione pomeridiana, per tre ore, dell’erogazione dell’acqua in alcune zone del comune. Per risolvere la carenza idrica, grazie anche all’interessamento dell’assessore regionale alla Protezione civile Paolo Ciani che ha messo a disposizione un finanziamento per l’emergenza, il Comune ha affittato un’autobotte (solitamente utilizzata per il trasporto latte) omologata anche per il trasporto d’acqua, della capacità di 17 metri cubi, per rifornire le vasche semivuote. La possibilità di avere continuamente, dalle 9 alle 17, personale a disposizione per il rifornimento delle cisterne degli acquedotti, dovrebbe consentire il ritiro dell’ordinanza di sospensione dell’erogazione idrica su tutto il territorio del paese. Anche a Lauco la situazione non è migliorata. La vastità del territorio sul quale si trovano le varie frazioni e borghi che compongono il comune, aumentano le difficoltà di approvigionare gli abitanti con la presa di Chias di Sotto, la cui faglia, già abbassata, rischia di gelare. In particolare nella frazione di Buttea rimange difficile non solo far pervenire nelle case l’acqua potabile, ma anche quella destinata al bestiame della varie aziende agricole presenti sul territorio.


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