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Timau piange i suoi faggi
(Oscar Puntel)
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Il tanto discusso
e contestato vallo para massi di Timau ha già fatto i primi danni,
ancor prima di essere eretto. Mercoledì 16 gennaio la ditta che
si sta occupando della costruzione del mega muraglione - la Vidoni di
Udine - ha abbattuto, allinsaputa di tutti, tre monumenti naturali:
i tre faggi secolari, angeli custodi del paese. Si trovavano sopra la
borgata Oubarlont del Pauarn. I tre alberi erano posizionati nel Balli,
ovvero, comè chiamata in timavese, la piccola boscaglia,
bandita al taglio, che fino a ieri garantiva una protezione naturale dalle
valanghe invernali e dai massi che si staccavano dalla Creta e dal Ganzsshpiz.
Cè un epigrafe, ora, attaccata per le strade del paese. Recita
più o meno così: "Nooch longa zait asa in ziin sent
gabeisn, hontuns glosn vir obliala", che tradotto significa: "Dopo
lunga vita ci sono state tolte per sempre, tra lindifferenza di
tutti".
Tre secoli di storia.
Il grosso solco del vallo è una ferita di terra bruna sopra Timau.
Si estende per chilometri proprio sopra il paese. Lo isolerà dalla
montagna e dai suoi pericoli. Il taglio di quelle piante di faggio sono
una ferita nella ferita. Alla storia in primo luogo. Due erano i più
importanti. Il più grande aveva una circonferenza di 5,20 metri,
un diametro di 165 centimetri e un altezza di 25 metri. Vicino, un colosso
di ventisei metri, dalla pancia di 4,80 metri e con un diametro di 1,50.
Ciascuno custodiva, inanellati dietro una spessa corteccia, più
di trecento anni di storia. Lazienda dei parchi e delle foreste
della Regione li aveva addirittura catalogati nei suoi archivi. Le loro
foto si possono ancora vedere nel libro "Grandi alberi e monumenti
naturali del Friuli V.G.".
Un taglio inatteso, dopo che Giovanni Puntel, lingegnere che segue
il progetto, aveva dichiarato, in un intervista pubblicata sullultimo
numero del periodico trilingue Asou Geats che "il vallo viene costruito
al limite inferiore del bosco di faggi senza interessarlo".
Rabbia e dolore
Dal 1909 al 1986, Timau fu minacciato 11 volte dalle valanghe della montagna
e 11 volte fu salvato dalla faggeta del Balli. "Se non fosse stato
per quegli alberi quella borgata sarebbe stata continuamente distrutta.
Loro erano i nostri guardiani, adesso ci hanno tolto veramente le fondata"
commenta la gente. Fino agli anni 40, le guardie comunali controllavano
che ogni benché piccolo arbusto del boschetto non fosse spostato
o tagliato. Tutto serviva per proteggere il paese.
Esplode un senso di rabbia a Timau. Rabbia e dolore insieme, per chi ha
visto distruggere gli alberi secolari del Balli. Intere generazioni hanno
giocato ai suoi piedi, si sono arrampicate ai suoi rami, hanno scritto
le loro iniziali su quei tronchi vecchi e inermi. Nel marasma generale
del progresso, si dimenticano la storia e le tradizioni, il bagaglio culturale
del passato. Si cancellano anche le leggende, quelle che si erano create
attorno ai tre faggi secolari. Che, da quel mercoledì 16 gennaio,
sono diventati pure loro una leggenda.
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