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Energia dallAustria
per il Friuli
(Luciano Santin)
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Ieri la prima riunione
tecnica fra gli esperti della Regione e i rappresentanti degli industriali
Acquistando dalla nazione vicina si potranno abbattere i costi fino al
40%
TRIESTE - La Regione Friuli-Venezia Giulia ha avviato ieri il proprio
"progetto energia", in merito all'autoproduzione nonchè
all'acquisto e alla gestione di elettricità prodotta oltre confine,
tramite una società costituita ad hoc. L'iniziativa procederà
sulla base delle possibilità offerte dalle leggi già in
vigore, indipendentemente cioè dalla trattativa portata avanti
con il governo in sede di commissione paritetica. L'obiettivo è
quello di azzerare il deficit attualmente esistente, che è di circa
2400 megawattora, oltre un quarto del fabbisogno annuo territoriale. Il
risparmio ipotizzabile, in questa prima fase, potrebbe essere di varie
decine di milioni di euro, spalmati sulla grande industria, ma anche sulla
pmi e sui piccoli consumatori.
Alla riunione, tenutasi ieri, hanno partecipato l'assessore alle Finanze
Pietro Arduini, Alessandro Colautti, in rappresentanza del presidente
Renzo Tondo, tecnici dell'Ufficio di Piano ed esperti dell'Associazione
industriali, che da tempo sollecita un'azione della Regione.
«In Friuli-Venezia Giulia, come in Italia, i costi energetici sono
mediamente più alti di quelli europei. Se facciamo riferimento
all'Austria e alla Slovenia, che sono Paesi confinanti, i nostri sistemi
produttivi si trovano palesemente svantaggiati. Non dico che un fatto
del genere sia motivo sufficiente per la delocalizzazione, ma certo incide
pesantemente sulla competitività complessiva delle aziende»,
spiega Colautti. «La contrattazione nella paritetica e il recepimento
del decreto Bersani richiederanno ancora parecchio tempo. Nel frattempo
però la Regione aprirà un confronto con il gestore nazionale,
e studierà la creazione di una società mista».
Il progetto è quello di realizzare un'interconnessione con l'Austria,
che ha una sovrabbondanza di produzione energetica e può vendercene
a prezzo minore. «La grande produzione, che acquista l'energia sulle
linee dell'alta tensione, la paga circa 110 lire a kilowattora. Gli altri
consumatori tra le 200 e le 220 lire, 60 delle quali se ne vanno soltanto
per il trasporto, che in Italia è particolarmente oneroso. Questi
costi, rivolgendoci al mercato estero, verrebbero ad essere abbattuti
di circa il 40%».
Il circa è d'obbligo, perché l'energia si può comprare
in due modi: di base, ovvero un'erogazione costante, a prezzo più
basso, e di modulazione, cioè secondo una curva dei consumi che
tiene conto di ore, festività, stagioni. Un'azienda in genere acquisisce
uno zoccolo di energia di base, cui aggiunge una quantità di energia
di modulazione.
«In questa fase contiamo di acquistare 300 megawattora di potenza,
equivalenti a due miliardi di kilowattora annui, ovvero, più o
meno, ai 2400 megawattora di scarto tra produzione e consumi che abbiamo
oggi. I benefici, che andrebbero a toccare soprattutto le imprese minori,
e anche i cittadini attraverso possibili imprese consortili, si potrebbero
valutare in 30 o 40 milioni di euro (80 miliardi di lire)», prosegue
Colautti.
I passi successivi che la Regione dovrà compiere riguarderanno
i contatti con la società nazionale di gestione delle linee elettriche,
per stabilire le modalità della connessione con l'Austria, e la
costituzione della società.
«Si è convenuto che, stante l'importanza della materia, il
pubblico dovrà essere presente come attore della trattativa con
il post-Enel e della definizione di costi e destinatari», dice Colautti.
«Questo avverrà sicuramente in una prima fase. In seguito,
se le cose dovessero funzionare bene, la Regione potrebbe anche ritirarsi,
lasciando tutto ai privati. Anche perché nel frattempo si sarà
andati avanti sulla strada della "devolution energetica" avviata
dai decreti Bersani, che puntano alla "borsa elettrica". A quel
punto, sulla base delle trattative con il governo, potremmo anche valutare
la possibilità di sviluppare l'autoproduzione, con le centrali
minori la cui istituzione e gestione, in base alle leggi verrà
affidata a un'authority regionale».
www.messaggeroveneto.it
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