|
|
Pramosio selvaggio:
lambiente si, il parcheggio no.
(Consiglio Direttivo CAI Ravascletto)
|
In questi ultimi anni stiamo assistendo ad una
notevole riscoperta della montagna in tutti i suoi aspetti. Sono sempre
più frequenti le gite domenicali; le mete sono le più svariate,
si va da quelle facilmente raggiungibili ad altre impegnative anche per
i più esperti. Molto spesso ci sono punti di appoggio, rifugi o
malghe; queste ultime vengono adibite ad agriturismo e il lavoro della
gestione familiare durante il periodo estivo viene ricompensato in maniera
soddisfacente.
Mentre i rifugi sono serviti da strade ma anche da teleferiche, le malghe
possono contare solo sulle prime e, nel caso in cui vengono risistemate
come accaduto in Pramosio, i risultati sono quelli che abbiamo visto quest'estate.
In più occasioni, durante le uscite che il CAI compie sull'arco
alpino, ci siamo trovati di fronte a questo problema e francamente non
è per niente piacevole vedere centinaia di auto parcheggiate ad
alta quota o, peggio ancora, abbandonate sui prati quando non c'è
altro spazio. Abbiamo voluto esprimere il nostro parere in merito alla
"questione parcheggi", perché ci sembra giusto mantenere
un posto bello com'è Pramosio il più possibile intatto e
naturale. Chiariamo una cosa: la strada che è stata fatta era necessaria.
Prima poteva transitare solo chi aveva determinati mezzi, oltre a questo
era anche pericoloso. Ora però ci troviamo di fronte a un percorso
molto ampio con delle pendenze minime, accessibile a tutte le auto. Se
nessuno penserà a qualche regolamentazione del flusso veicolare,
ci troveremo a breve con una marea di macchine stipate sui pascoli dalla
piana di Pramosio. Certamente non sarà facile risolvere il problema,
ma dovremmo comunque pensare a una soluzione. Qualcuno vorrebbe creare
dei parcheggi lungo il tragitto, "nel bosco c'è lo spazio
necessario" con conseguente e inevitabile taglio di piante per creare
lo spazio, ma secondo il nostro avviso, questo non basterebbe a risolvere
la questione. Noi pensiamo che forse sarebbe meglio, per esempio, istituire
un servizio di pulmini a pagamento nei periodi in cui si presume ci sia
il maggior afflusso turistico, per portare le persone da Laipacco a Pramosio.
(Tra l'altro questo servizio era attivo anni fa per chi voleva visitare
i laghi di Fusine nei mesi di luglio e agosto).
Da una parte è necessario regolamentare il traffico, dall'altra
però non possiamo danneggiare i gestori della malga che hanno a
disposizione solo alcuni mesi per incrementare i loro bilanci. Non dimentichiamoci
poi del rifugio Pecol di Chiaula che ci vedrà in prima linea per
quanto riguarda la gestione; esso tempo addietro era servito da una teleferica
che, anche se un poco scomoda, assolveva egregiamente il compito di trasportare
i viveri al rifugio; onde evitare di deturpare l'ambiente con una nuova
strada, sarebbe opportuno ripristinare il suo funzionamento.
Da parte nostra c'è l'assoluta volontà di far conoscere
le montagne e i luoghi della nostra amata Carnia e anche di non ostacolare
l'attività turistica degli operatori: dall'altro però, dobbiamo
impegnarci per rispettare l'ambiente e mantenerlo il più possibile
"al naturale". L'ideale sarebbe trovare il giusto compromesso
tra le due necessità, entrambe importanti, per far sì che
nessuna venga penalizzata.
Auspichiamo che ciò che abbiamo scritto venga valutato con coscienza
da ognuno di noi, ma soprattutto da chi di dovere, in modo che le nostre
montagne restino belle e selvagge come lo sono ancora adesso.
Tratto da "Alta Carnia" febbraio 2002.
<
Torna alla pagina di febbraio
|