Prosegue il lavoro di CarniaMusei, che grazie alle animatrici e all’ufficio cultura della ex Comunità Montana hanno contribuito a far riscoprire ai numerosi turisti, ma soprattutto ai carnici, l’importanza della cultura e delle tradizioni non scritte, ma visibili e percepibili attraverso le numerose testimonianze esposte nelle realtà museali del comprensorio montano della Carnia.
L’attività di CarniaMusei è rivolta ai bambini e agli adolescenti che sono incuriositi e vogliono avvicinarsi rievocando le antiche gesta dei propri antenati. Divertendosi, ad esempio, nel Museo delle antiche tradizioni popolari di Tolmezzo con il gioco del "burul", l’antesignano del flipper. «Sono state 308 le attività di laboratorio didattico svolte nei cinque musei della Carnia, per un totale di 7688 utenti circa». Così, ci rivela i dati l’operatrice Sonia Mazzzolini dopo un monitoraggio delle presenze dell’anno 2001. «Abbiamo notato - prosegue l’operatrice di CarniaMusei - un significativo incremento delle presenze del 47,8% rispetto al 2000. Questi dati hanno una maggiore valenza se si considera il ristretto bacino d’utenza locale: la dislocazione delle realtà museali e la gestione delle attività animate dalle tre operatrici».
Ma CarniaMusei è anche un "viaggio nella preistoria" in occasione delle giornate di archeologia sperimentale «e naturalmente - interviene l’operatrice - non dobbiamo sottovalutare i dati delle attività di animazione estiva svolte nei musei con la denominazione "la famiglia incontra il museo", che ha registrato un totale di circa 8400 utenti. Le scuole che hanno aderito a questa importante iniziativa culturale, tramite dei laboratori didattici organizzati per soddisfare l’esigenza degli studenti di ogni ordine e grado, sono il 18% di scolaresche provenienti dalla Carnia, il 47% dalla provincia di Udine e il 34% dal resto del territorio regionale (Trieste e Pordenone). E una minima, ma significativa, percentuale di scuole provenienti dal Veneto».

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