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Terremoto, Paularo
e Moggio i centri più colpiti
(G.G.)
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Le case più danneggiate
sono quelle che non sono state rese anti-sismiche dopo il 1976
I Comuni stanno quantificando i danni del sisma di San Valentino. Problemi
anche ad Arta
La scossa di ieri mattina ha ridestato fra la gente della Carnia la paura
terremoto. Fortunatamente non si riscontrano ulteriori danni a quelli
già segnalati nei giorni precedenti. Anche le ultime segnalazioni
pervenute per tutta la giornata di ieri alla Protezione civile regionale
riguardano per lo più situazioni già esistenti. Casi di
danneggiamenti precendenti a ieri, in edifici si riscontrano in tutti
i Comuni, da Forni Avoltri a Rigolato, ad Enemonzo sino a Villa Santina
in Carnia e sino a Dogna e Sella Nevea nella Valcanale-Canal del Ferro.
Ma la zona più colpita pare essere quella di Paularo, dove oltre
sessanta case risultano danneggiate e tra queste due in maniera seria,
tanto che si sta valutando in queste ore la possibilità di decretarne
la non abitabilità e di dare luogo allo sfratto di quelle abitate.
Una la situazione critica anche ad Arta Terme, dove una famiglia potrebbe
essere costretta a traslocare in un sito più sicuro. Otto le denuncie
scritte pervenute al Comune, altrettante quelle ricevute telefonicamente
e appurate quindi da apposite commissioni composte da tecnici comunali,
vigili del fuoco e della protezione civile. In molti casi i Comuni, visto
che non sempre si tratta di danni evidentemente riconducibili al terremoto
dei giorni scorsi, ma più specificamente si potrebbe trattare di
danni causati da incuria o non messa in regola secondo le norme antisismiche
delle costruzioni, hanno notificato ai proprietari degli stabili di prendere
atto che gli edifici non sono adeguati a sopportare le sollecitazioni
sismiche e di provvedere di conseguenza. Lunica istanza di sgombero
è stata notificata a Renzo Faleschini, un carabiniere residente
a Moggio Udinese e ospitato ora in un appartamento messogli a disposizione
dal Comune. Qui è stata inoltre emessa lordinanza di chiusura
al pubblico delle due chiese danneggiate dal terremoto del 14 febbraio:
labbazia e la chiesa di San Floriano nella frazione di Dordolla.
Una ventina, qui, le case danneggiate, per lo più nella frazioni,
ma nessun nuovo caso relativo alla scossa di ieri. Le varie infrastrutture
pubbliche, ponti, viadotti e condotte, dellAlto Friuli non hanno
risentito delle scosse; danni non sono stati segnalati, a parte qualche
masso caduto su alcune strade che necessitano di essere messe in sicurezza
al di là delle scosse telluriche, come la strada di Plan di Coces,
nel comune di Arta Terme, che necessiterebbe di una rete paramassi e di
muri di sostegno verso le ripe site a monte della carreggiata.
Intanto registriamo anche lintervento del segretario dellassociazione
Polis, Luigi Scano: «Esprimiamo forte preoccupazione per le possibili
conseguenze che ulteriori fenomeni tellurici potrebbero determinare a
carico dellintero inestimabile patrimonio storico artistico della
provincia di Udine. Sembra infatti che, nonostante le opere di ricomposizione
e ristrutturazione antisismica attuate nel recente passato, una scossa
di terremoto di media intensità possa incidere pesantemente su
alcun irrinunciabili beni culturali. In modo particolare suscita stupore
e allarme lentità dei danni che il sisma ha prodotto sul
complesso dellabbazia di San Gallo a Moggio Udinese, già
oggetto di un intervento di restauro e consolidamento antisimico diretto
dallarchitetto Giuseppe Franca della Soprintendenza del Friuli-Venezia
Giulia. Tuttavia, non desta preoccupazione lentità della
spesa, stimata per il "nuovo" restauro del soprintendente Francesco
Bocchieri, quanto piuttosto il rischio che altri importanti edifici monumentali
ricomposti con analoghi criteri antisismici possano, in caso di eventuali
nuove scossa, dimostrare ulteriormente linefficacia di tali onerosi
interventi. Auspichiamo pertanto che il ministero disponga con urgenza
un adeguato monitoraggio del patrimonio storico-artistico friulano».
www.messaggeroveneto.it
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