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Quando un sacerdote viene ricordato dalla comunità
in cui ha vissuto per oltre quarantanni, allora vuol dire che quel
prete ha lasciato un segno. I suoi fedeli hanno ricevuto tanto da lui,
e loro hanno dato tanto a lui. Come in una reciproca simbiosi.
A Sutrio, a quattro anni di distanza dalla morte di don Guerrino Bulfon,
la sensazione che si ha è proprio questa. Quella di un paese fortemente
legato alla guida spirituale che qui ha trascorso la parte più
importante e lunga del suo ministero.
La comunità di Sutrio ha ricordato don Bulfon, con una celebrazione,
in occasione dellanniversario della sua scomparsa, lunedì
11 febbraio, presso la chiesa di SantUlderico. Hanno presenziato
anche i familiari del sacerdote. A raccontare poi il legame con la comunità,
fresco di stampa, un libro, "Lultima predicja", un ricordo
scritto su carta, destinato ad entrare in tutte le case del paese. A margine
della Santa Messa, Celestino Vezzi lha proposto ai fedeli, in modo
particolare, con la finalità di invitare alla lettura. Non dunque
una semplice presentazione, ma qualcosa di più. "Ho cercato
di costruire un momento di riflessione attorno a quello che è stato
don Guerrino per Sutrio. Lho fatto proponendo la lettura di alcuni
passi del libro, accompagnandola ad alcuni spunti di riflessione, per
rendere tutto più omogeneo. Le persone hanno avuto modo di apprezzare
e recepire lo scopo della serata" spiega Vezzi. Ne è uscito
una sorta di summa delle principali tematiche de "Lultima predicja",
ovvero Dio, la montagna, la famiglia, il lavoro, la fede, il sacerdozio
e la parrocchia. Tutto amalgamato grazie ai canti del coro "G. Peresson"di
Arta Terme, che ha pure animato la liturgia. Alla fine si è letto
il testamento spirituale di questo sacerdote.
Don Guerrino Bulfon era nato a Rivis di Sedegliano, il 27 agosto 1921.
Ordinato sacerdote nel 1946 a Tavagnacco, fu cappellano a Porpetto, per
4 anni. Dal 1950 operò a Peonis di Trasaghis, per arrivare a Sutrio
nel 1954, subentrando a don Giacomo Candido. Qui rimase fino alla morte,
avvenuta l11 febbraio 1998. Da tutti è ricordato come persona
molto umile e semplice, molto alla mano. Presente accanto alla sua comunità,
in ogni momento. Sempre disponibile e rintracciabile, per i parrocchiani
che avessero avuto necessità di lui.
"Lultima predicja" è un lavoro che nasce dalla
volontà del consiglio pastorale parrocchiale, di voler tenere vivo
il suo ricordo, fra la gente. "E stata la stessa popolazione
a chiedere di avere una testimonianza del suo operato nella nostra comunità"
premette Silvano Schiava, che ne ha curato la realizzazione assieme a
Miranda Mattia Del Negro, Giulio Quaglia, Paolo Selenati e Carlo Straulino.
Il libro è una sorta di miscellanea dei suoi scritti, che regolarmente
apparivano sul bollettino parrocchiale del paese. "Abbiamo estrapolato,
attraverso le sue prediche, uno spaccato di tutto ciò che è
successo in paese in quegli anni, sul piano morale, sociale, economico.
Perché tutto quello che accedeva nella comunità, don Guerrino
lo portava anche belle sue prediche". Nella pubblicazione sono inseriti
anche il testamento spirituale del sacerdote e le foto di tanti momenti
passati in quel paese della Carnia. "Questo testo è un atto
dovuto, un debito che la comunità di Sutrio aveva nei suoi confronti,
per tutto il bene che ci ha fatto" aggiunge Schiava. Sfogliando le
pagine dellopera, spicca il ritratto del sacerdote, ma pure, insieme,
uno spaccato di storia paesana, che questo prete ha condiviso, con i suoi
fedeli. Una camminata lunga 40 anni, non priva di ostacoli, non senza
salita. Ma, certo, ricca anche di soddisfazioni e di gioie, di un prete
che conquistava tutti, con il suo modo di essere semplice e schietto.
Le pagine di questo libro sono la testimonianza più bella e indelebile
del suo operato. Il ritratto di don Guerrino più nitido e preciso
che la comunità di Sutrio possa trasmettere a chi verrà
dopo, per tenerne vivo il ricordo.
www.lavitacattolica.it
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