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Terremoto. Altre
tre scosse (di bassa intensità)
(Paola Lenarduzzi)
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Continua lo sciame
tellurico: secondo gli esperti possibili picchi, ma non più forti
di quello di giovedì
La limitata entità dei danni è la prova di una ricostruzione
fatta a regola darte
Tre nuove scosse, di bassa intensità, hanno scandito la giornata
di ieri in cui paura e tensioni si sono allentate dopo un convulso giovedì
notte di batticuore, gente in strada, telefonate affannose e un brusco
ritorno allincubo di 26 anni fa.
Tre scosse avvertite unicamente dal sismografo (la più intensa
con magnitudo 1,8 è stata registrata poco prima delle 16) e che
percorrono la curva decrescente del fenomeno tellurico: tecnicamente si
chiama after choc, uno sciame di microscosse che andrà avanti qualche
giorno, ma non si esaurirà del tutto prima di un paio di mesi.
Gli esperti fanno sapere che, nellavanzare del segmento in discesa
di questa curva (in cui generalmente si alternano fasi di maggiore o minore
intensità sismica), si potrebbero verificare picchi di energia
e dunque scosse avvertibili anche dalle persone. Tendono tuttavia a escludere
una ripetizione di quella che ha svegliato di brutto la Carnia e tutto
il Friuli alle 4.18 dellaltro giorno, con epicentro nellarea
Amaro-Monte Sernio-Moggio.
«Un terremoto con magnitudo 4,9 della scala Richter è un
evento di una certa consistenza confermano al Centro ricerche sismologiche
(dipartimento dellIstituto nazionale di Oceanografia e geofisica
sperimentale), che ha sede a Udine in via Treviso . In Umbria, nel
97, era stato di 5,9 gradi, paragonabile a quello verificatosi a
Bovez, in Slovenia, lanno successivo». «In Italia centrale
dicono ancora gli esperti del Crs diverse case sono sistemate
col metodo "taglia e cuci", pezzi già caduti e rimessi
al loro posto, edifici che sembrano stare su con le stampelle. Se da noi
non si sono verificati danni, questo significa che la ricostruzione in
Friuli è davvero stata fatta a regola darte».
Oltre a crepe negli intonaci dellabbazia di Moggio, della chiesetta
di Ravinis di Paularo e in alcuni vecchi immobili nello stesso comune
dellIncaroio, non si lamentano altri danni consistenti.
E che dopo la tragedia del 76 si sia ricostruito con criterio sono
convinti anche alla Protezione civile. Lassessore regionale Paolo
Ciani e il direttore Guglielmo Berlasso che ieri ha voluto nuovamente
constatare lassenza di danni rilevanti o di situazioni di emergenza
nellarea colpita anche se il vento ha impedito una nuova ricognizione
in elicottero hanno ritenuto levento una grande prova generale
che ha «confermato la piena efficienza del sistema di allertamento
e della funzionalità della protezione civile in Friuli».
«Proprio giovedì sera fa sapere lassessore Ciani
mi trovavo alla cartiera di Tolmezzo con il capo del Dipartimento
nazionale di protezione civile, Bertolaso. Ebbene, ha commentato che se
un terremoto di quella intensità si fosse verificato in un qualunque
altro posto dItalia ora saremmo a contare le vittime».
«È una soddisfazione non da poco - continua Ciani
sapere che prima delle 5 del mattino uomini e attrezzature erano pronti
e già si sapevano con precisione entità della scossa e larea
interessata».
www.messaggeroveneto.it
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