 |
|
A Socchieve un centro studi del
paesaggio carnico
(Giacomina Pellizzari)
|
Organizzato nellex
scuola elementare grazie alla convenzione con lateneo di Trieste.
Sarà allestito anche un museo
Chi non conosce il paesaggio carnico avrà
modo di approfondire le diverse sfacettature fra centinaia di volumi,
cartografie e le ricerche sviluppate nei laboratori specializzati, chi,
invece, vive in quei luoghi si sentirà gratificato dal fatto che
docenti e studenti provenienti da tutta Italia prestino tanta attenzione
a una zona sconosciuta ai più.
A promuovere il patrimonio storico della Carnia ci penserà il centro
studi sul paesaggio che sta muovendo i primi passi a Socchieve, nel centro
culturale - un tempo scuola elementare - grazie alla collaborazione avviata
dallamministrazione comunale con la facoltà di Scienze della
formazione e il dipartimento di Scienze geografiche e storiche dellUniversità
degli studi di Trieste.
La convenzione siglata qualche mese fa è operativa: «Agli
inizi del prossimo anno inizieremo ad allestire il museo per lo studio
del paesaggio carnico» conferma il preside della facoltà,
Luciano Lago, secondo il quale a Socchieve sorgerà un centro che
avrà valenza a livello nazionale. «Per quanto ne sappiamo
- spiega il professor Lago - una realtà simile esiste solo in Toscana».
Prendendo spunto dal museo del Paesaggio di Siena, amministratori locali
e docenti universitari si dicono pronti a creare una realtà culturale
in grado di dialogare a 360 gradi con il territorio e la sua gente: «Stiamo
pensando di inserire la nuova struttura nella rete museale esistente costituita
dal museo geologico di Ampezzo e da quello delle Arti e tradizioni popolari
di Tolmezzo».
E così il centro culturale di Socchieve è destinato a trasformarsi
in un polo scientifico di tutto rispetto dove saranno esposte le immagini
del passato, in grado di riproporre le tipologie architettoniche delle
vecchie case rurale e delle malghe, le diverse tonalità che assume
il bosco nelle stagioni e gli effetti dei movimenti franosi. A studiare
tutto ciò saranno gli studenti universitari iscritti allultimo
anno dei corsi di laurea triennale in Urbanistica e scienze della pianificazione
territoriale ed ambientale e specialistica in Pianificazione territoriale,
urbanistica ed ambientale e Geografia, con sede a Gorizia, durante i periodi
di stage e di tirocinio previsti dalle iniziative didattiche.
«Vuole essere un contributo per conoscere cosa è stato fatto
nel corso dei secoli» aggiunge il preside della facoltà di
Scienze della formazione, nellammettere che si tratta di uniniziativa
interdisciplinare con delle prospettive ancora da definire. Per certo
si sà che nel centro studi sorgerà al piano terra il museo
del Paesaggio della montagna carnica, lo stesso che nel periodo estivo
ospiterà lormai tradizionale mostra dellartigianato,
il laboratorio di storia degli insediamenti che avrà il compito
di salvaguardare quel che resta del passato, e il polo didattico dove
saranno interpretate e approfondite le tematiche sulla montagna.
«Faremo il primo censimento della realtà» continua
il professor Lago, prima di anticipare che uno dei primi approfondimenti
previsti nel programma del prossimo anno riguarderà leducazione
ambientale in termini di smaltimento dei rifiuti. In un primo momento
il centro studi si confronterà con il mondo della scuola, magari
organizzando delle visite guidate nei siti di particolare pregio paesaggistico
e allinterno della stessa struttura dove gli alunni potranno approfondire
la conoscenza del paesaggio montano a più livelli.
«Lapporto culturale delliniziativa rappresenta una fonte
indiscussa per favorire lo sviluppo economico e sociale della montagna»
sottolinea lassessore alla Cultura del comune di Socchieve, Daniela
De Monte, convinta che il centro di ricerca porterà un apporto
fondamentale nella promozione delle politiche territoriali e dei rapporti
con le realtà doltre confine molto simili alla Carnia.
Partecipano esperti di scienze geografiche e
storiche.
Inaugurazione con convegno La montagna carnica. Un passato da riscoprire,
un futuro da inventare è questo il titolo del convegno organizzato
dallUniversità di Trieste - facoltà di Scienze della
formazione e dipartimento di Scienze geografiche e storiche - e dal comune
di Socchieve per inaugurare il nuovo Centro studi sul territorio in corso
di allestimento nel centro culturale della località carnica dovè
in corso il simposio.
Nellambito dellincontro, che si concluderà in mattinata,
il preside della facoltà di Scienze della comunicazione dellateneo
giuliano, Luciano Lago, affronterà il tema della memoria culturale
sul territorio; il docente di Geografia umana dellUniversità
di Firenze, Bruno Vecchio, spiegherà, sulla base dellesperienza
toscana, come il paesaggio entra nel museo, mentre il professor Furio
Bianco, docente di Storia moderna allUniversità di Udine
si soffermerà sulleconomia forestale e lorganizzazione
comunitaria. I docenti di Geografia dellUniversità di Trieste,
Michele Stoppa e Gianfranco Battisti, invece, analizzeranno la fragilità
territoriale dei sistemi montani e il problema dello sviluppo economico
delle comunità marginali. A delineare le prospettive territoriali
della montagna ci penserà larchitetto Roberto Barocchi. Seguiranno
gli interventi del segretario generale federazione regionale degli ordini
degli architetti del Friuli Venezia Giulia, Giorgio Cacciaguerra, del
docente dellUniversità di Sassari, Carlo Donati, e dei professori
afferenti al dipartimento di Scienze geografiche e storiche dellUniversità
di Trieste, Giovanni Mauro e Andrea Favretto.
www.messaggeroveneto.it
<
Torna alla pagina di novembre
|