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PAULARO. Distrutti
35 ettari di bosco
(Sabrina Clama)
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Si era temuto di dovere sgomberare il centro
abitato. Intervenuti anche due elicotteri della Protezione civile
Spente le fiamme che laltra notte avevano lambito alcune abitazioni
nella frazione di Trelli
Sono intervenuti anche due elicotteri della Protezione
civile alle prime luci dell'alba di ieri per spegnere il grave incendio
che era scoppiato nella tarda mattinata di domenica in località
Crete da Cjadene a Trelli, una piccola frazione del comune di Paularo.
Per tutta la notte alcuni uomini della Protezione civile della Valle dell'Incarojo
avevano perlustrato l'abitato montano, poiché ritenuto in pericolo
a causa della velocità di propagazione delle fiamme che tendevano
a raggiungere una fitta boscaglia sovrastante il centro abitato. «Abbiamo
temuto il peggio» racconta il primo cittadino, Sergio Tiepolo, distrutto
per una notte insonne e di velata preoccupazione per i cittadini della
frazione. «Fino a mezzanotte le fiamme sembravano vicinissime al
centro abitato - prosegue Tiepolo - ma improvvisamente, anche grazie al
freddo e alla rugiada che è caduta durante la notte sul vasto comprensorio
alpestre, ha rallentato la corsa di diffusione dell'incendio dirigendosi
soprattutto verso la parte alta dell'imponente Crete da Cjadene».
Gli elicotteri per l'intera mattinata hanno scaricato moltissimi litri
di acqua raccolta, attraverso un'apposita attrezzatura, nel rio Lovea.
Sul luogo, ancora infestato dalle fiamme e da un odore acre causato dal
fitto fumo che per tutta la giornata ha alleggiato nel cielo terso della
conca paularese, una squadra di soccorso coordinata dal forestale Onorio
Zanier è partita verso le sei del mattino attraversando la località
Baret, raggiungibile attraverso Valle e Rivalpo, per indicare in maniera
esatta la traiettoria dei vari focolai ancora attivi ai due elicotteristi
della Protezione civile.
«Il lavoro di bonifica effettuato dalla squadra sul posto è
indispensabile - dichiara il maresciallo della Stazione forestale di Paluzza,
Marlino Peresson, che assieme a Dario Gortan maresciallo della Stazione
forestale di Paularo ha coordinato la delicata operazione di spegnimento
-. Nonostante la pericolosità visto le precarie condizioni strutturali
della mulattiera gli uomini del soccorso hanno il compito di monitorare
l'intera area per verificare eventuali smottamenti e caduta di massi che
potrebbero riversare a valle, investendo il centro abitato di Trelli».
Verso le 9.30 le operazioni di spegnimento erano rassicuranti, ma ad un
certo punto un focolaio è stato avvistato a occhio nudo dal maresciallo
Peresson sul versante nord-est. Ma prontamente l'elicottero in tre "strisciate"
d'acqua ha debellato l'insorgere di un nuovo pericolo.
Quando il sole ha illuminato larea, tra i tecnici del soccorso,
che da due gioni sorvegliano la zona, sono alcune preoccupazioni. Per
questo motivo è stata inviata un'altra squadra, composta da cinque
uomini appartenenti alla Protezione civile e alla Forestale. Gli uomini,
come ha raccontato il maresciallo Peresson, sono stati impegnati per tutta
la giornata. In modo particolare hanno provveduto a controllare il bosco
nelle ore calde della giornata, per debellare o indicare attraverso radioline
dei focolai nascosti sotto la fitta vegetazione. «Non siamo ancora
in grado di indicare con certezza i danni che questo incendio ha causato,
ma neppure le cause che lo hanno prodotto. Sono andate in fumo oltre 35
ettari di bosco, costituito da un misto di latifoglio e mugo nella parte
alta, e non dimentichiamo gli animali che vivono indisturbati in quella
zona. La perdita economica non è eccessiva, purtroppo la perdita
maggiore è per l'ambiente circostante. Ma soprattutto quell'imponente
radura aveva un'importanza notevole per la salvaguardia del paese in caso
di frane o slavine»..
«Rogo probabilmente dorigine dolosa».
Peresson (Forestale) esclude lipotesi dellautocombustione.
Gli abitanti: ritardi nei soccorsi
«Non siamo ancora in grado di formulare delle
verità attendibili su quello che è accaduto tra domenica
e lunedì nella piccola borgata di Trelli. Sicuramente l'ipotesi
plausibile che possiamo avanzare è che questo incendio che ha,
per quasi due giorni, preoccupato non soltanto i cittadini ma anche gli
uomini del soccorso non è sorto da solo, ma presumibilmente è
di natura colposa».
Con queste parole il maresciallo Marlino Peresson esclude l'ipotesi della
autocombustione, vista la fredda stagione. «Comunque dopo un minuzioso
sopralluogo renderemo in modo ufficiale la "misteriosa" comparsa
di questo imponente incendio». Un plauso particolare agli uomini
del soccorso: i due volontari dei Vigili del fuoco e della Protezione
civile di Paularo e il supporto attraverso un'autobotte della squadra
forestale di Villa Santina. E naturalmente - conclude Peresson - agli
uomini della forestale di Paluzza e Paularo e a tutti coloro che hanno
dato un loro prezioso contributo affinché questo spiacevole avventura
non diventasse una tragedia».
Non sono della stessa opinione la maggior parte degli abitanti di Trelli,
che per un'intera nottata hanno vissuto il dramma di un pericoloso e incontrollabile
incendio a poche centinaia di metri dal centro abitato. «Dovevano
intervenire immediatamente e non attendere l'arrivo dell'elicottero».
Racconmta un'anziana signora ancora sconvolta dall'accaduto. «Si
vedevano le fiamme - continua in maniera concitata il suo drammatico racconto
- sembrava avessero attorniato il paese. E poi non parliamo del fumo,
che tuttora persiste». L'anziana signora prosegue nel suo sfogo:
«Qualcuno deve aver causato questa disgrazia. In quel luogo nessuno
si reca a fare delle passeggiate o tagliar della legna. Quella è
una zona frequentata dai cacciatori».
Unaltra opinione, un atto daccusa: «I soccorsi sono
arrivati troppo tardi». «Purtroppo queste operazioni richiedono
del tempo e una grande organizzazione fisica e mentale - spiega il maresciallo
Peresson -. In mancanza di un deposito d'acqua nelle vicinanze dell'incendio
l'elicottero, che è intervenuto domenica pomeriggio, ha dovuto
rifornirsi nel rio Lovea, e col sopraggiungere dell'oscurità ha
dovuto lasciare momentaneamente l'operazione».
Le operazione di spegnimento dell'incendio, che è scoppiato a circa
1.750 metri di altezza, è stato difficoltoso per la zona impervia,
ma soprattutto perché i due elicotteri dovevano rifornirsi d'acqua
nel rio Lovea situato a circa 500 metri di altezza, con un dislivello
pari a 1250 metri. Secondo Peresson, la situazione ormai è sotto
controllo: «Ormai il paese non è più in pericolo».
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