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Fiamme sul monte,
case a rischio a Paularo
(Sabrina Clama)
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Individuati tre focolai. Sul posto Protezione
civile, vigili del fuoco, forestale e volontari della squadra antincendio
Decine di abitazioni della frazione di Trelli lambite da un incendio (forse
doloso) sulla Crete di Cjadene
Un pericoloso incendio si è sviluppato nella
tarda mattinata di ieri in località Crete da Cjadene a Trelli,
una piccola frazione di Paularo. Gli abitanti per lintera nottata
hanno temuto il peggio, dato che le fiamme, incuranti delle preghiere
delle donne, hanno minacciato alcune abitazioni vicinissime ad un fitto
bosco di pini e abeti. L'incendio è scoppiato verso le 13 e immediati
sono scattati i soccorsi che si sono protratti durante la notte.
Sul luogo sono intervenuti i vigile del fuoco di Tolmezzo con l'autobotte,
il corpo forestale della stazione di Paularo e di Paluzza, alcuni volontari
della squadra antincendio di Paularo e gli uomini della protezione civile,
che per tutta la notte hanno monitorato la zona.
Gli uomini del soccorso giunti sul luogo hanno potuto constatarne solamente
la gravità, contattando con urgenza l'elicottero, l'unico mezzo
in grado di spegnere o perlomeno rallentare la velocità di propagazione
delle fiamme, perché la Crete da Cjadene e le aree limitrofe sono
delle alture non percorribili a piedi e sono costituite in prevalenza
da una fitta vegetazione di arbusti e da un terreno roccioso. L'elicottero,
attraverso un vascone applicato dai volontari della squadra antiincendio
di Paularo, ha più volte sorvolato l'intera area, di proprietà
del comune di Paularo, riversando una notevole quantità d'acqua.
Purtroppo col calar della sera l'elicottero ha dovuto sospendere l'operazione
di spegnimento del fuoco.
Incuranti, le fiamme si sono propagate fino al monte Tardadia, creando
timore per la folta vegetazione boschiva del comune di Arta Terme. Per
tutta la notte gli uomini impegnati nel soccorso hanno minuziosamente
controllato le dimensioni del vorace incendio. «Purtroppo l'area
colpita dalle fiamme è molto vasto» dichiara Alvio Simonetti,
responsabile dell'organico della protezione civile della valle dell'Incarojo.
«Appena ho saputo dell'incendio con alcuni tecnici della guardia
forestale - racconta Simonetti - ci siamo diretti verso Lovea per individuare
con esattezza il focolaio. Purtroppo - prosegue - in lontananza abbiamo
visto un incendio diviso in tre punti, che formava tre focolai distanti
tra loro. Presumiamo, visto i tre focolai, che l'incendio sia doloso.
Se qualcuno accidentalmente avesse fatto cadere un mozzicone di sigaretta
il fuoco avrebbe avuto ununica direzione e avrebbe avuto un unico
epicentro».
Intanto le fiamme si sono allentate nella parte alta, verso il monte Tarsadia
invece, più grave e difficile la situazione verso il piccolo borgo.
«Purtroppo alcune abitazione - ci informa Simonetti - sono a circa
duecento metri da un bosco di abeti e faggeti. Il nostro timore è
che le fiamme raggiungano quel luogo. Comunque siamo preparati per un'eventuale
evacuazione».
Questa mattina interverranno sul luogo dell'incendio, non ancora domato,
due elicotteri e naturalmente gli instancabili uomini del soccorso e della
Guardia forestale che per tutta la notte hanno controllato la zona.
Gli abitanti preoccupati pronti a lasciare le
case
Un incendio di vaste dimensioni ha tenuto col fiato
sospeso per moltissime ed interminabili ore tutta la comunità della
Valle d'Incarojo. I più timorosi e spaventati, per questo insolito
incendio, che si è sviluppato in località Crete da Cjadene,
sono i cittadini della tranquilla borgata di Trelli, una piccola frazione
del comune di Paularo.
Da ieri notte la gente con sguardi furtivi osserva con sgomento l'avidità
di quelle fiamme minacciose che hanno ingoiato con intensità e
senza misura tutto quello che hanno incontrato sul loro cammino. L'odore
nauseabondo del fumo alleggiava imperante per i vicoli del paese, improvvisamente
interrotti dai lamenti delle persone, che con rabbia e dolore hanno cercato
una spiegazione per l'increscioso episodio.
«Da solo non si è riprodotto» ripete per alcune volte
De Toni Renzo, nativo di Trelli, che non nasconde la sua preoccupazione
dinanzi a tal fuoco, che confonde il suo color rosso porpora nel cielo
stellato della fredda nottata.
Intanto le fiamme, che si sono propagate fino al monte Tarsadia, in prossimità
col comprensorio montano di Arta Terme, rapidamente ripercorrono un nuovo
cammino puntando verso una boscaglia fitta di abeti e pini, vicinissimi
purtroppo alle case costruite con fatica e sacrificio. La gente, in modo
particolare gli anziani, teme che quel banale incendio scoppiato nella
tarda mattinata di una tranquilla giornata di festa si possa trasformare
in una tragedia, costringendola ad abbandonare le case. E i residenti
si preparano al peggio.
Nessuno vuole parlare, forse per timore o perché la rabbia potrebbe
prendere il sopravvento e accusare qualcuno o qualcosa.
Nuovamente il silenzio viene bruscamente interrotto, questa volta dalle
innocenti parole dei bambini: «Qui, sta bruciando tutto».
Un ulteriore preoccupazione: cè la possibilità che
lincendio sia di origine doloso o colposo. «I miei compaesani
sono preoccupati - racconta un abitante , speriamo che non si avvicini
ulteriormente alla fitta radura impregnata di resina e che non si alzi
il vento».
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