PAULARO. Inno della Carnia
(Oscar Puntel)


Sarà che i carnici evidentemente sentivano la mancanza di uno spirito d'identità che li accomunasse. Sarà che alla Carnia un inno corale "scuoti coscienze" mancasse. Sta di fatto che questo "Carnorum regio" è piaciuto molto e piace sempre più. Lo ha composto Giovanni Canciani. Musicista di Paularo, direttore della Scuola di musica della Carnia, Canciani ha composto l'inno di getto, nei primi giorni di novembre. La prima esibizione, tenuta nel Duomo di Tolmezzo, a conclusione della festa di San Martino, è stata un successo. Per l'occasione, Canciani aveva riunito tre cori: quelli parrocchiali di Tolmezzo e Paularo e la corale "Duomo" di Paluzza.
L'inno, per soli coro e orchestra, trae il suo titolo da una lettera di Plinio il giovane a Traiano. Ha un testo molto breve, in variante carnica, ricalcando la struttura delle melodie popolari, cioè di immediata intuizione e soprattutto facile da ricordare. L'opera è stata composta a complemento delle ricerche storiche che Canciani ha compiuto in questi anni e che si sono recentemente concretizzate con la ristampa di un libro del 1740 dell'avvocato Spinotti. "E’ un inno che ho voluto scrivere per dare anima e corpo alla Carnia nella sua totalità. Un richiamo all'unità e alla compattezza fra tutti i nostri conterranei, lasciando da parte i campanilismi", spiega il musicista.
"Carnorum regio" è anche una provocazione diretta ai politici, a volte troppo disinteressati a questa terra. L'inno dei carnici sarà eseguito anche in una sede più consona a questa finalità. C'è stato, infatti, il desiderio del presidente della Regione, Renzo Tondo, affinché quest'opera possa essere interpretata anche in Consiglio regionale, a Trieste. "Terrò un concerto privato il 22 dicembre", fa sapere Canciani.


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