Il quarto quaderno di cultura
timavese inizia con la descrizione dellapertura di una
nuova via sulla parete del Ganzschpiz realizzata nel settembre
del 1997 da Erwin Maier e Walter Nones. Erwin voleva lasciare
un segno sulle nostre montagne, una traccia su quelle cime
che spesso lo vedevano arrampicare in compagnia del suo inseparabile
amico Walter. Insieme avevano scelto una montagna particolarmente
cara ad Erwin: il Ganzschpiz. Via volo con laquila laveva
voluta battezzare Erwin in omaggio allaquila che, nel
corso delle frequenti arrampicate, teneva compagnia ai due
alpinisti ma in questa denominazione si riflette anche il
suo spirito libero, estroverso. Il primo agosto del 2000,
sulla parete nord dellEiger in Svizzera, una scarica
di sassi troncava improvvisamente il suo volo. Erwin Maier
aveva preparato da tempo, per i nostri quaderni, larticolo
sulla via volo con laquila; mancavano pochi dettagli
che non ha potuto aggiungere. Lha fatto per lui linseparabile
amico darrampicata, e non solo, Walter Nones.
Con larticolo, Le terre collettive in Comune di Paluzza
tra passato e presente, Stefano Barbacetto illustra in uno
studio articolato ed approfondito largomento delle proprietà
collettive come beni di uso civico o come comunioni familiari
montane. Il lavoro inizia con la descrizione della storia
e natura giuridica delle comugne o beni comunali, per far
comprendere il loro significato originario e lo sviluppo nel
corso dei secoli. Lautore illustra anche le prospettive
che tali beni, attestati fin dal XIII secolo, possono ancora
offrire ai giorni nostri alle popolazioni della montagna.
Laura van Ganz propone il primo contributo, in timavese, del
quarto quaderno dal titolo Glaub unt ganodn fede e miracoli.
Viene descritta, tra laltro, la devozione dei fedeli
dellalta valle del But verso S. Margherita e S. Valentino
a Cercivento, S. Antonio a Treppo, S. Giovanni e S. Lucia
a Timau. Attraverso le testimonianze dei devoti, larticolo
espone le grazie ricevute con la preghiera grazie allintercessione
dei santi.
Il quaderno continua con un elaborato di Giovanni Ebner van
Eimar per molti anni capo cava a Timau. Larticolo, dopo
una breve introduzione storica sulle cave di marmo nella nostra
zona, illustra con dovizia di particolari la completa lavorazione
dei massi di marmo, dai piedi della Creta fino alla lizzatura
dei blocchi al poggio della Schiit. Cave di marmo a Timau
è arricchito con numerose tavole, dellautore
stesso, che permettono di comprendere via via lestrazione
dal monte, il taglio e la squadratura dei blocchi, la lizzatura,
i tagli con il filo elicoidale, lorganizzazione del
piazzale della cava, il trasporto su strada e altri dettagli
che riescono a far capire come avveniva questo pericoloso
lavoro, in particolare nella cava di Rosso Timau situata in
località Untarabont, poco sopra labitato.
La strada romana di Monte Croce Carnico è il titolo
dellarticolo della dottoressa Mirta Faleschini studiosa
di topografia antica che, anche mediante un interessante contributo
fotografico, propone unipotesi ricostruttiva del tracciato
viario romano che da Timau portava al passo. La minuziosa
indagine ci guida attraverso le possibili vie percorse dai
nostri avi e si conclude con la proposta di rintracciare,
in determinati luoghi, ulteriori presenze di testimonianze
dellantica via imperiale, prima che limboschimento,
le forti piogge ed altri agenti atmosferici cancellino definitivamente
le tracce di questi antichi passaggi individuati e percorsi
sin dallepoca preistorica.
Roasnckronz, il pellegrinaggio che i timavesi effettuano la
prima domenica dottobre a Kötschach, è largomento
trattato da Christian Lederer. Il lavoro, tradotto dal tedesco
da Francesca Cattarin, si apre con unintroduzione storica
sulla Marienkirche, chiesa del paese carinziano citata nel
lontano 1399. Lederer descrive la vicenda dellaltare
che i timavesi regalarono alla chiesa e come iniziò
la fama di Kötschach come luogo di culto dedicato a Maria
e, attraverso i dati di vari archivi parrocchiali, la storia
del pellegrinaggio dei timavesi allantica chiesa doltre
confine.
Il quaderno continua con due contributi in timavese di Peppino
Matiz van Messio. Um holz A legna, descrive accuratamente
lo svolgimento delle varie fasi per lapprovvigionamento,
il trasporto e deposito della legna da ardere tagliata nei
boschi e nei prati. Le operazioni sono spiegate dallatto
dellabbattimento degli alberi alla fase della sramatura,
dalla riduzione a misura per essere accatastate in loco fino
al taglio della legna, con diversi mezzi, per lutilizzo
domestico.
Da primpinella spiega come veniva giocato questo passatempo,
un gioco molto in voga un tempo grazie alle poche cose occorrenti:
un coltellino, un piccolo pezzetto di ramo di nocciolo per
la lippa ed uno più grande per la mazza. Bepino van
Messio illustra le regole e suggerimenti per la primpinella,
vecchio gioco soppiantato prima dai flipper poi dai video
games e ora dai computers.
Con il contributo Abiamo dovuto ratirarsi nelle case foreste.....e
molte palotole di fucile arivano sui coperti delle case
Mauro Unfer, partendo dal ritrovamento di una lettera che
descrive la vita, la profuganza e gli effetti dei bombardamenti
a Timau nel corso della Grande Guerra, ha raccolto testimonianze
orali e scritte di quel tragico periodo storico. La ricerca
è corredata da fotografie inedite che documentano gli
effetti dei bombardamenti sulle abitazioni e da foto aeree
del 1917 sulle quali sono segnalati rifugi, gallerie, ospedali
e case colpite dalle bombe. Scopo del lavoro è di stimolare
e approfondire gli studi ancora poco numerosi sulla condizioni
di vita dei timavesi nel periodo della prima guerra mondiale,
anche mediante listituzione di borse di studio e concorsi
per tesi di laurea che abbiano per oggetto la situazione socio
economica di Timau nei primi anni del secolo scorso.
Il quaderno continua con uno studio di Francesca Cattarin.
La neo dottoressa, laureatasi con la tesi Saurano e timavese:
tradizione, integrazione, innovazione, propone la prima parte
di una ricerca storica sulla scuola di Timau. Il contributo
ripercorre le vicissitudini della nostra scuola e dei suoi
protagonisti nel più ampio contesto della realtà
carnica a partire dal settecento. Lapertura ufficiale
della scuola avvenne nel 1824 e da tale data, la dottoressa
Cattarin espone gli avvenimenti più significativi fino
al 1866, anno dellannessione della Carnia al Regno dItalia
e preludio ad importanti cambiamenti nel sistema scolastico.
La seconda parte del contributo sarà pubblicata nel
prossimo quaderno.
Segue il consueto racconto in timavese redatto da Laura Plozner
van Ganz. Anche in questo numero lo spunto è stato
preso da una novella raccolta da Luigi Gortani ed edita nel
1904. Al marçhât di Vile - Dar moarcht va Vila
parla dellantico mercato di Villa tenutosi in un ottobre
particolare dopo un anno di siccità e carestia. Traduzione
ed interpretazione di Laura van Ganz raccontano le vicende
scaturite dallincontro di personaggi di vari paesi della
Carnia nel corso dellantico mercato.
Il quarto quaderno di cultura timavese si chiude con un contributo
in cjargnel della dottoressa Manuela Quaglia, appassionata
studiosa delle tradizioni carniche. Larticolo "A
trei pas di distance" ci porta alla scoperta delle usanze
legate alla Notte dei Santi, alle streghe e ai nostri morti.
Una credenza vuole che proprio quella notte tutti i morti
della valle del But si rechino in processione alla pieve matrice
di San Pietro di Zuglio rendendo così omaggio ai loro
avi lì sepolti. Al ritorno poi ogni defunto si recava
a far visita alla propria casa prima di tornare a riposare
nella pace del proprio cimitero.
Mauro Unfer, dicembre 2000
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