Il secondo Quaderno di cultura
timavese inizia con uno studio del prof. Ernst Steinicke docente
dellIstituto di geografia dellUniversità
di Innsbruck. Partendo da un profilo generale delle isole
linguistiche di parlata tedesca nelle Alpi orientali, il contributo
del prof. Steinicke continua descrivendo brevemente le origini
di Timau e si sviluppa analizzando il decremento demografico
nella montagna friulana, il declino dellagricoltura,
lemigrazione, linfluenza dei matrimoni nella conservazione
della parlata locale, terminando con alcune considerazioni
sui problemi di salvaguardia delle lingue minoritarie.
"Dar vaicht", ovvero labete, è lalbero
studiato da Laura Plozner, Mauro Unfer e Elio Di Vora per
"da pama van unsarn baldar". Questa pianta, così
abbondante nel nostro territorio, veniva utilizzata in tutte
le sue parti, dal legname alla corteccia, dagli strobili alla
pece. Ne vengono illustrati i vari usi e descritti i fiori,
le pigne, le foglie... Un contributo importante per conoscere
meglio la flora dei nostri boschi.
Manuela Quaglia presenta in questo quaderno "Originari
e nuovi vicini nella villa di Timau", un interessante
studio sul sistema vigente per lingresso di nuovi membri
nella comunità timavese. Attraverso lanalisi
di numerosi documenti datati tra il 1570 e il 1802 vengono
ricordati diversi casi di aggregazione tra cui la "storia
infinita" di Stefano Muser. Arricchiscono questo contributo
brevi analisi delle origini di alcuni cognomi timavesi. In
conclusione, Manuela Quaglia chiede ai timavesi di rendersi
disponibili a fornire informazioni ed eventuali documenti
che possano completare le ricerche.
A metà quaderno troverete linserto con la lettera
"B" del vocabolario "Bartarpuach va Tischlbong".
Questo lavoro, frutto di una raccolta alla quale da anni si
stanno dedicando Peppino Matiz e Mauro Unfer, è la
prima stesura del dizionario Italiano - Timavese - Timavese
- Italiano e rappresenta il punto di partenza per quello che
sarà il vocabolario definitivo. Pertanto, chi desidera
collaborare alla redazione del "Bartarpuach va Tischlbong"
apporti le correzioni, le aggiunte ed i tagli che riterrà
opportuni e consegni linserto staccabile agli autori.
Una dettagliata spiegazione sui metodi di costruzione delle
stalle ci viene presentata da Dino Matiz, che, con la solita
competenza, illustra questo lavoro con disegni ricchi di particolari.
In "dar schtool" vengono descritti anche i vari
locali di questo fabbricato e gli attrezzi generalmente in
esso custoditi. La maggior parte delle stalle e stavoli in
questi ultimi anni sono stati trasformati in abitazioni e
autorimesse, mentre fuori dal centro abitato invece in gran
numero cadono diroccati.
Le attività manuali che caratterizzavano stagionalmente
la vita dei nostri antenati vanno gradatamente scomparendo.
Gerle, ceste e canestri di vario tipo, che un tempo venivano
intrecciati in ogni casa, oggi vengono realizzati solo da
tre timavesi. Peppino Matiz con "dar choarb" ci
guida, fase dopo fase, alla costruzione di questi antichi
contenitori, dalla scelta del legname più adatto, alla
realizzazione delle varie parti fino allottenimento
del prodotto finito.
Segue un racconto popolare carnico raccolto alla fine del
1800 da Luigi Gortani. Laura Plozner ha liberamente tradotto
in timavese questa leggenda adattandola, in certi personaggi
e situazioni, alla realtà dellalta valle del
Bût, mantenendo inalterate la spontaneità e la
vivacità trascritte dal Gortani.
"Da chneidl", appettitoso piatto tradizionale della
cucina timavese, specialmente nel periodo invernale, ci vengono
presentati da Ketty Silverio. Le prime notizie, gli ingredienti,
la preparazione dei nostri chneidl, le numerose varianti di
quelli carinziani vengono illustrate in maniera da poter essere
degustati nelle diverse varietà, da quelli tradizionali
ai chneidl con la frutta.
Laura van Ganz racconta una breve storia sentita da bambina
nelle lunghe "file" che caratterizzavano una volta
le serate senza televisione.
Questo quaderno si chiude con un contributo del sottoscritto,
che illustra brevemente, attraverso i documenti, la storia
delle case e stalle di Timau. Basandosi sul "Progetto
di trasferimento del villaggio di Timau di Sopra e difesa
di Timau di Sotto", redatto in più riprese nella
prima metà del 1800, vengono ricostruiti i nuclei famigliari
della borgata Pauarn e collocati sulla mappa del 1840. Continua
con varie tabelle con le cifre riguardanti il numero degli
abitanti e animali dal 1602 ad oggi . Larticolo si conclude
con un analisi delle persone che oggi hanno ancora la passione,
il coraggio e la forza di allevare animali a Timau.
Timau - Tischlbong, 20 dicembre 1998 Mauro Unfer
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