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STORIA DI UNA "SPIGA DORO".
UNA VITA CON LA COOPERATIVA
(Tullio Mentil) |
Correva la primavera del 1956 e avevo deciso di
abbandonare gli studi così mi aggiravo per Timau in cerca di amici
e di qualcosa da fare per impiegare il tempo.
Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, arriva la chiamata di
Pittin Eugenio, gerente della filiale della cooperativa di Paluzza.
Un uomo orgoglioso, mai contento dei risultati raggiunti; oggi lo si definirebbe
un one - sel - made - man per le sue note capacità organizzative
e lavorative.
Incredulo accettai quellesperienza e mi presentai nel negozio sito
in piazza della Fontana a Paluzza.
Entrai con il ruolo di aiuto commesso che durò per ben tre anni.
Con me cera Marco Ortis, di qualche anno più anziano ed esperto,
ebbi loccasione anche di lavorare con Molfetta Flavio e Mentil Dino.
Lorganizzazione commerciale di allora non era così semplice
come oggi con la merce inscatolata ed appezzata, con i prodotti sottovuoto,
gestita tecnologicamente. Era sfusa in sacchi o recipienti di vario tipo.
Gli scaffali erano piuttosto modesti proprio per il tipo di vendita di
allora.
Con questa merce alla rinfusa, oltre che servire i propri clienti, la
filiale di Paluzza doveva servire anche i paesi contermini. Ma poi Eugenio,
non contento, diede vita al servizio a domicilio che naturalmente in quei
tempi veniva fatto in bicicletta e qualche volte con una "ape"
di fortuna.
Imparai a mie spese anche come si affronta la concorrenza diretta con
altre realtà commerciali andando a spiare i prezzi per guadagnare
qualche cliente.
Passarono così i miei primi sei anni fra aiuto e commesso, svolti
giorno dopo giorno senza mai una assenza, una malattia, un giorno libero
e sempre in bicicletta da Timau a Paluzza e ritorno.
La prima esperienza si interruppe per il servizio militare. Infatti improvvisamente
arrivò la chiamata alle armi, prevista ma sempre considerata così
lontana.
Partito nello sconforto nel novembre 1962, artigliere nella Julia, ritornai
congedato nel marzo del 1963 con lincertezza delloccupazione
e la segreta speranza di essere richiamato in Coopca visto il praticantato
svolto.
In aprile, difatti, forse per la volontà e la serietà dimostrata,
non solo rientrai in Cooperativa ma fui chiamato a ricoprire il ruolo
di commesso a Timau assieme al gerente De Cillia Roberto.
E stato sicuramente il destino ed un colpo di fortuna perché
Roberto era già in età pensionabile ma era alla ricerca
di un futuro erede degno della sua fiducia.
Ripresi così il mio lavoro con tanto entusiasmo sotto la guida
attenta di un maestro severo e capace e giorno dopo giorno mi formai le
ossa e maturai le esperienze necessarie.
Di mese in mese, con la volontà e linteresse, il lavoro di
distribuzione aumentò sensibilmente.
Certo se a Paluzza le consegne a domicilio venivano fatte su ruote (pur
con scassati motocicli), a Timau le facevo con la gerla e a piedi, casa
per casa.
Stanchezza ma tanto entusiasmo e voglia di fare per migliorare, per progredire
Ogni
sera finito il lavoro, prima di affrontare inventari, conti, verifiche,
attendevo con vero piacere lincontro con amici e clienti al banco
di mescita per un bicchiere accompagnato da una sana discussione sportiva
e politica.
E arrivò il giorno della mia promozione a gerente della filiale
n. 48 di Timau, subentrando a Roberto. Fu un momento fra i più
belli della mia vita, mi sentii realizzato e ricompensato di tanti sacrifici.
Correva lanno 1967.
In tale ruolo ho lavorato senza mai risparmiarmi fino al 1991 affrontando
con decisione tutte le innovazioni e le trasformazioni commerciali che
i tempi moderni comportano.
La mia disponibilità non subì alterazioni e fu oggetto di
riconoscimento da parte dei miei superiori.
Ma, ahimè, come tutte le cose di questo mondo, anche questa storia
si avviò lentamente verso la fine nonostante i miei tentativi di
fermare il tempo.
E si arrivò così alla cerimonia finale tenutasi nel corso
di unassemblea generale svoltasi in quel di Spilimbergo dove mi
fu consegnata, con la pensione, anche una bellissima medaglia doro
che andò ad occupare il posto donore nel mio soggiorno, in
bella vista come insegnamento per i miei figli.
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